Olimpiadi

I Giochi olimpici sono un evento sportivo quadriennale che prevede la competizione tra i migliori atleti del mondo in quasi tutte le discipline sportive praticate nei cinque continenti.

Essi, pur essendo comunemente chiamati anche Olimpiadi, non sono da confondere con l'Olimpiade. Quest'ultima indica l'intervallo di tempo di quattro anni che intercorre tra un'edizione dei Giochi Olimpici e la successiva. Per questo, anche se i Giochi del 1916, del 1940 e 1944 non sono stati disputati, si è continuato a conteggiare le Olimpiadi, cosicché i Giochi diLondra 2012 sono stati quelli della trentesima edizione.

Il nome Giochi olimpici è stato scelto per ricordare gli antichi Giochi olimpici che si svolgevano nella Grecia antica presso la città di Olimpia, nei quali si confrontavano i migliori atleti greci.

Il barone Pierre de Coubertin alla fine del XIX secolo ebbe l'idea di organizzare dei giochi simili a quelli dell'antica Grecia, e quindi preclusi al sesso femminile, ma su questo punto non venne ascoltato. Le prime Olimpiadi dell'era moderna si svolsero ad Atene nel 1896. A partire dal 1924, vennero istituiti anche dei Giochi Olimpici invernali specifici per gli sport invernali. In più, esistono anche le Paralimpiadi, competizioni fra persone disabili. A partire dal 1994 l'edizione invernale non si tiene più nello stesso anno dell'edizione estiva, ma sfasata di due anni.

La bandiera olimpica raffigura cinque anelli intrecciati in campo bianco, che simboleggiano i cinque continenti. I colori scelti sono presenti nelle bandiere di tutte le nazioni, quindi la loro combinazione simboleggia tutti i Paesi, mentre l'intreccio degli anelli rappresenta l'universalità dello spirito olimpico.

Il motto dei Giochi olimpici è Citius, altius, fortius, ovvero "Più veloce, più alto, più forte".

Le regole e le linee guida per l’organizzazione dei giochi olimpici (sia quelli estivi che quelli invernali), compreso come deve essere il simbolo delle Olimpiadi (i famosissimi cerchi che rappresentano l’unione dei cinque continenti), quale deve essere la bandiera e il motto, sono contenuti nella Carta Olimpica, un documento ufficiale composto da 6 capitoli e 61 paragrafi, nei quali si spiegano i valori del Movimento olimpico, come si celebrano, si organizzano e si amministrano i giochi olimpici.

I primi giochi olimpici si svolsero nel 776 a.C. ad Olimpia, in Grecia. All'inizio era essenzialmente una manifestazione locale e veniva disputata unicamente un'antica gara di corsa. Successivamente si aggiunsero altri sport e i Giochi arrivarono a comprendere corsa, pugilato, lotta e pentathlon. Da quel momento in poi, i Giochi divennero lentamente sempre più importanti in tutta la Grecia antica, raggiungendo l'apice nel VI secolo a.C. e nel V secolo a.C. Le Olimpiadi avevano anche un'importanza religiosa, in quanto si svolgevano in onore di Zeus, una statua del quale si trovava ad Olimpia. Il numero di gare crebbe a venti, e le celebrazioni si estendevano su più giorni. I vincitori delle gare erano ammirati e immortalati. I Giochi si tenevano ogni quattro anni e il periodo tra le due celebrazioni divenne noto come Olimpiade. Per tutta la durata dei giochi (cinque giorni) venivano sospese le guerre in tutta la Grecia: questa tregua era chiamata Tregua Olimpica. I greci usavano le Olimpiadi anche come metodo per contare gli anni.

La partecipazione era riservata a greci liberi che potessero vantare antenati greci. La necessità di dedicare molto tempo agli allenamenti comportava che solo i membri delle classi più facoltose potessero prendere in considerazione di partecipare. Venivano esclusi dalla partecipazione gli schiavi, i barbari, gli assassini, i sacrileghi e le donne. I Giochi persero gradualmente importanza con l'aumentare del potere Romano in Grecia. Quando il cristianesimo divenne la religione ufficiale dell'Impero Romano, i Giochi Olimpici vennero visti come una festa "pagana", e il loro prestigio diminuiva in modo direttamente proporzionale alla corruzione degli atleti, con gare sempre più falsate. Nel 393 d.C., sulla scia della strage di Tessalonica (avvenuta tre anni prima) e con l'influenza del vescovo di Milano Ambrogio, l'imperatore Teodosio I li vietò, ponendo fine a una storia durata più di 1000 anni.